Il Ponte è un generatore di ricchezza. Anzi, l’idea della realizzazione del Ponte mette in moto meccanismi che producono ricchezza. Ne sanno qualcosa gli storici promotori delle manifestazioni “No-Ponte” che con i gadget hanno prodotto parecchi soldi.
Dopo la sventurata decisione del governo-Monti di liquidare la Società Stretto di Messina è cessata la “fiorente” attività di promozione delle iniziative contro il Ponte e sono scomparse dalla circolazione le magliette. E’ finito il “business” per finanziare il movimento.
Ma adesso, per colpa di Matteo Salvini, cocciuto ministro alle Infrastrutture, la “fabbrichetta” no-Ponte ha ripreso a produrre le magliettine. Una nuova linea per caratterizzare la nuova protesta e soprattutto per spingere gli acquirenti a fare la corsa all’acquisto, e non essere fuori moda.
La t-shirt è già promossa sui Social dalla macchina della propaganda nopontista e il costo, pare sia di 15 euro. C’è da chiedersi che fine faranno i proventi della vendita – loro sostengono per finanziare la protesta e comprare rotoli di carta igienica da lanciare contro il ministro Salvini (guarda un po’ gli ecologisti) – e soprattutto se dai Comitati verranno rilasciate le ricevute fiscali? Rimaniamo in attesa di una risposta.
A quanto pare, la propaganda “no-Ponte” si sta attrezzando per mandare in produzione vari gadget per “colorare” la protesta. A proposito, la prima è stata fissata per giorno 17 giugno a Capo Peloro.
Davide Gambale