Domenica 19 gennaio non avevo potuto vedere la puntata, l’ho vista ieri e dunque oggi vi do una spiegazione puntuale sulla totalità di bugie e nefandezze dette contro il ponte sullo stretto in tutti i 51 minuti del servizio andato in onda. Smentiti, tra l’altro da Webuild, oggi i nostri “giornalisti” (sic!) d’inchiesta hanno minacciato che faranno un’altra trasmissione di fango sul ponte, dunque quindi CONTRO il governo italiano, i cittadini europei, italiani e soprattutto siciliani e costretti a vivere una condizione di insularità che costa loro 6,5 miliardi l’anno.
1. Webuild e il Braila (minuto 0:00 – minuto 4:00)
FALSO che Webuild abbia colpe per l’asfalto sgretolatosi. Oggi il problema è stato risolto, vedi foto della riasfaltatura con una miscela ultraresistente nell’ottobre del 2024 (e questo Report non l’ha detto), ma come ha detto lo stesso Salini debitamente incalzato dal giornalista d’assalto di Piazza Armerina Procaccianti (ennesimo siciliano “Tafazi” contro lo sviluppo della sua regione), era stato il governo rumeno a dire a Webuild come doveva asfaltare, si legge di fatti in un comunicato della società dell’11 ottobre 204: «La miscela va a sostituire il precedente manto bituminoso che era stato adottato in base alla normativa locale in sede di progetto da parte della autorità stradale rumena e lavorato secondo programma.»
Il sottoscritto risponde anche sulla questione dei 401 bulloni allentatisi su 100.000 (ma anche questo Report non l’ha detto). Una persona con sale in zucca e non faziosa capisce benissimo che lo 0,4% di inconveniente è assolutamente tollerabile, si risolve e non si deve gridare a nessuno scandalo.
2. Solito fango su Pietro Ciucci (minuto 4:00 – minuto 5:50)
FALSO che Ciucci sia responsabile del crollo del viadotto Scorciavacche, innanzitutto perché non è crollato (e Report ha omesso di dirlo), ma poi perché non è stato condannato. Ma soprattutto, questo che c’entra col ponte sullo stretto di Messina?
3. Il presunto scandalo Lunardi (minuto 5:50 – minuto 9:00)
FALSO che sia scandaloso che l’ex ministro alle infrastrutture Pietro Lunardi abbia partecipato ad una riunione con Salvini per il “passaggio di consegne” (del tutto logico che un ministro voglia avere degli input dal suo predecessore che i lavori del ponte li aveva avviati), che sia amico col presidente del comitato scientifico Alberto Prestininzi e che sia a capo di Rocksoil che già dal PD2011 collabora alla redazione di alcuni degli oltre 10.200 elaborati del progetto (quindi Procaccianti non: “si è scoperto dopo”). E per farci dire ste minchiate, udite udite, hanno rispolverato il famoso ingegnere (sic!) di spalle 😄 Ma anche Bonelli e soprattutto l’avvocatessa che ama la modernissima Shanghai ma non vuole il ponte, ovvero quella Aurora Notarianni che ha fatto condannare i suoi 104 clienti della class action al pagamento di € 340.000 di spese.
4. Fango sul comitato scientifico (minuto 9:00 – minuto 9:50)
FALSO che sia scandaloso che il CS abbia espresso parere favorevole all’unanimità seppur con 68 raccomandazioni. Addirittura per Report “incredibilmente abbia approvato un progetto nonostante le innumerevoli incertezze progettuali”. E se lo dice Report che sono ingegneri loro, sarà così 😄
5. Oh non si arrendono sul franco navigabile (minuto 9:50 – minuto 111:00)
FALSO che ci saranno problemi per il passaggio delle navi, infatti leggiamo nell’ennesima nota di Stretto, questa del 22 gennaio 2025: «Il ponte sullo Stretto di Messina è alto 72 metri sul livello del mare per un corridoio di larghezza pari a 600 metri e raggiunge i 70 metri con pieno carico delle corsie stradali e due treni passeggeri in contemporanea. Questa altezza è il cosiddetto franco navigabile che è stato misurato in condizioni estreme di temperatura. Non ci saranno effetti sul traffico navale, perché l’altezza del ponte sullo Stretto di Messina risponde alle norme internazionali.» Tuttavia a dar manforte alle loro bizzarre teorie chiedono un parere ancora all’avvocato di Shanghai Aurora Notarianni, nota esperta di navigazione 😄
Su questo argomento la loro incredibile e straordinaria malafede è testimoniata dal fatto che le 20 navi che secondo loro nel 2024 hanno passato lo stretto più alte si 65 m (bisogna capire in ogni caso se da caratteristiche tecniche o se misurate sopra la linea di galleggiamento), non spiegano che avrebbero trovato il ponte alto 65 m con alta marea, 6 corsie compresse le due di emergenza piene di camion e i due binari con due treni (evento quasi impossibile) altrimenti avrebbero trovato un canale navigabile ben oltre i 70 m e dunque ampiamente sufficiente al passaggio di tutte le navi del mondo.
6. Risitano e i cavi (minuto 11:00 – minuto 12:45)
FALSO che siccome il ponte ha due “corde” (così le chiama Risi) per sella non si conosce il comportamento e se non si fanno le prove il ponte non si può fare. Webuild e COWI la persona il 21 novembre scorso si erano scomodati di rispondere punto per punto al cittadino Risitano con una nota di ben 28 pagine e così dal sito di Stretto si ribadisce nelle note del 22 gennaio: «Esistono molti ponti sospesi con 4 cavi. I ponti newyorchesi George Washington, Verrazzano, il ponte 25 de Abril sul Tago in Portogallo sono equipaggiati con 4 cavi e sono in esercizio da molti decenni. La distribuzione dei carichi su ogni singolo cavo è stata ampiamente valutata. Le “prove di tenuta” sono in realtà prove di fatica da sfregamento utili unicamente a definire dettagli progettuali, non la tenuta. Una nuova proposta del progettista, relativa alla sella di alloggiamento dei cavi, le ha rese inutili. L’eventuale adozione di nuovi acciai non comporta assolutamente il rifacimento del progetto “da capo”, ma valutazioni in sede di progettazione esecutiva. La metallurgia ha reso disponibili nuovi acciai che sono già stati utilizzati con successo su alcuni ponti sospesi, tra i quali l’attuale ponte record del mondo, Canakkale in Turchia, che ha lo stesso progettista del ponte di Messina (COWI).»
7. Ranucci, Briguglio, De Miranda e le fasi progettuali a tappe (minuto 16:00 – minuto 19:00)
FALSO che sia una scorciatoia inventata dal governo come dicono Bonelli e Ranucci, anzi il conduttore a modo suoi capisce faccio prima opere, dopo opere e se in mezzo mio accorgo che il ponte non si può fare non lo faccio 😄 e su questo argomento sentono anche Briguglio e De Miranda (ma che ne sanno loro?)
Tuttavia essi omettono di dire (o non sanno è uguale) che è così in tutto il mondo e dalla notte dei tempi: per la realizzazione delle grandi opere si procede per stralci funzionali, ma il progetto è unico, nessuna “fase progettuale a tappe” dunque, manco fosse il Giro d’Italia 😄 Così Stretto sempre nella nota del 22 gennaio: «L’iter di progettazione di grandi opere prevede varie fasi che identificano un approfondimento crescente della progettazione. La progettazione esecutiva è la fase nella quale si determinano i dettagli costruttivi e viene svolta quando la fattibilità di un’opera è già stata accertata.
La fattibilità tecnica del ponte sullo Stretto di Messina è stata già accertata con il progetto di fattibilità, confermata con il progetto preliminare e con il progetto definitivo e non è mai stata messa in discussione.
È stata comprovata da anni di ricerche e prove con il coinvolgimento di primari istituti scientifici e dei massimi esperti che hanno realizzato i maggiori ponti sospesi in tutto il mondo.
L’adozione della progettazione esecutiva sviluppata per fasi costruttive è in linea con le best practice internazionali e, al contrario dei timori espressi, ha l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi.»
8. Carlo Tansi, De Miranda, Risitano, Doglioni e la faglia e il terremoto (minuto 19:00 – minuto 23:50)
FALSO che il ponte verrà costruito su una faglia attiva, così Stretto nella nota del 22 gennaio: «I punti di contatto con il terreno del ponte sullo Stretto di Messina sulla base degli studi geosismotettonici eseguiti, sono stati individuati evitando il posizionamento su faglie attive.
In particolare per quanto riguarda le faglie di Cannitello e di Pezzo presenti nel catalogo ITHACA, occorre precisare che l’Inventario delle Faglie Attive e Capaci in Italia (Catalogo ITHACA a cura di ISPRA) è un prodotto di sintesi a carattere meramente bibliografico che, come specificato nel disclaimer del catalogo stresso, “fornisce una prima indicazione sull’eventuale presenza di faglie attive e capaci in un determinato territorio, ma non può essere utilizzato per la loro caratterizzazione di dettaglio”. Lo stesso disclaimer rimanda per un maggiore approfondimento alle banche dati specifiche, in particolare, al DISS (Database of Individual Seismogenic Sources) nel quale le faglie di Cannitello e Pezzo non sono censite, in quanto non in grado di generare terremoti.»
Ma poi ancora con la storia del Tacoma (Doglioni), non hanno capito che un ponte crollato nel 1940 non può essere paragonato al ponte che nel 1992 ha brevettato il Messina Type Deck fatto apposta con profilo scatolare alare a cassoni separati per resistere a tutti i tipi di venti e sisma e per questo già adottato in 16 ponti nel mondo.
9. Doglioni e la storia di collaborazione di INGV con Webuild (minuto 23:50 – minuto 25:50)
FALSO che INGV non abbia collaborato con Webuild, nel botta e risposta tra Doglioni e la società di Salini di questi giorni alla fine Webuild ha presentato tutte le prove che hanno smentito Doglioni incluse le fatture dei pagamenti. Quindi secondo Doglioni due collaboratori dell’INGV avevano agito a titolo personale, ma Webuld così conclude nella sua nota del 23 gennaio: «Facendo seguito alla precisazione inviata questa mattina e in relazione all’anticipazione sui social sui temi della trasmissione che andrà in onda domenica 26 gennaio, si fa presente che la relazione dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sull’aggiornamento progettuale concernente gli studi geosismotettonici e previsto dall’accordo sottoscritto tra il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università la Sapienza di Roma e l‘INGV è a vostra disposizione presso la nostra sede.
Il contenuto della relazione dell’INGV è interamente riportato da pag. 14 a pag. 62 della relazione preparata per l’istruttoria MASE in fase di approvazione VIA/VAS e oggi facente parte del progetto definitivo aggiornato.»
10. Il presunto scandalo dell’approvazione all’unanimità del MASE e dubbi sulla composizione della commissione stessa (minuto 25:50 – minuto 38:10)
FALSO che l’approvazione all’unanimità seppure con 62 raccomandazioni, la quasi totalità delle quali da risolvere in fase di esecuzione dell’opera, debba essere considerata scandalosa: c’è una legge del governo italiano, la n.58 del 26 maggio 2023 (disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria) e la legge è normale che il governo voglia attuarla, non vedo l’anomalia, mi pare che per il reddito di cittadinanza così è stato.
Così come pure è FALSO che ci siano state delle non trasparenze nelle nomine dei 20 tecnici su 50 con appartenenze a partiti di maggioranza. Secondo noi è del tutto normale che siano stati nominati tra coloro che avevano presentato il curriculum alcuni tecnici che, e stiamo comunque parlando di un percentuale inferiore al 40% dell’intera commissione, abbiano o abbiano avuto un legame politico con i partiti della maggioranza di governo, certamente nel restante 60% ci saranno stati molti simpatizzanti dei partiti di opposizione.
11 – Ancora fango su governo e Webuild e De Miranda che dice che il CME non esiste (minuto 38:10 – minuto 51:00)
Gli ultimi 12 minuti di trasmissione gettano ancora fango sul governo e il contenzioso con Webuild e sulla stessa Webuild e i problemi sui lavori che sta eseguendo per la rete ferroviaria in Sicilia. Ma questa è comunque una cosa poco contestuale, in ogni caso anche qui falsità e lana caprina tipo i topi nei container alloggi dei dipendenti. Nel mezzo stentiamo ancora De Miranda che dice che manca il Compunto Metrico Esecutivo, assolutamente FALSO anche questo, forse lui non lo ha trovato. Così Stretto il 22 gennaio: «Il computo metrico è stato fatto per il progetto Definitivo del 2011 ed è stato aggiornato nel 2023 e costituisce la base per la stima del costo di investimento per la realizzazione dell’Opera in 13,5 miliardi.»