Disclaimer iniziale: questa è solo un’ipotesi di Palamara che vi scrive, così come anche l’idea che si possa prima iniziare con le strade anziché col cantiere SI1 (Pantano/Ganzirri). Mi baso su tutto quanto accaduto negli ultimi 40 giorni nei vari incontri avuti da Stretto di Messina con le istituzioni e con la stampa. E last but not least un articolo di ieri de Il sole 24 ore e quanto dice il testo unico sugli espropri (ti puoi opporre all’indennità, ma non certo fermare l’opera).

Pietro Ciucci ha più volte detto, e lo ha ribadito anche il 18 marzo in commissione ponte, che gli espropriandi devono stare tranquilli perché si sta lavorando affinché l’indennità di esproprio che riceveranno per il fatto di dover lasciare il proprio immobile sarà ampiamente soddisfacente. Così in precedenza Ciucci a Villa San Giovanni il 24 febbraio ha specificato: «L’inizio dei lavori in estate non significa avere subito ruspe e gru, si partirà con interventi preliminari come la bonifica delle aree, le indagini archeologiche e la soluzione delle interferenze che già ci sono state segnalate dai territori”. Il ponte in sé è lungo poco più di tre chilometri, ma ce ne sono altri 40 di opere di collegamento e gallerie. E’ la rete di questi lavori a chiudere il cerchio degli oltre 12 miliardi stanziati per realizzare l’attraversamento stabile dello Stretto. Un progetto ponte che è molto più del solo ponte, e questo giustifica una copertura finanziaria che è assicurata per tutti i lavori e sarà suddivisa tra i vari interventi.»

Noi deduciamo che comunque il primo cantiere che potrebbe aprire se non già in estate, di lì a poco, non sarà quello della torre, ma semmai quello della galleria (galleria Faro Superiore ndr), il cui imbocco è previsto subito dopo la fine del viadotto Pantano, praticamente in località Sperone nella collinetta, in linea d’aria, sopra il lido Spiagge d’oro a Mortelle e dunque subito dopo il piazzale di esazione, il quale tra l’altro secondo quanto anticipato da Stretto di Messina e poi comunque riportato nella tavola GER0226 relazione del progettista in aggiornamento del progetto definitivo come previsto dalla legge 58 del 26 maggio 2023, subirà un riduzione per l’adozione dei free flow.

Figura 1 – Imbocco galleria Faro superiore

Gli espropri

Così Ciucci testuale a Malalingua lo scorso 16 febbraio, trasmissione della giornalista Elisabetta Raffa su TCF, una televisione locale messinese: «La fase di es proprio, vera e propria, operativa, partirà soltanto dopo l’approvazione del CIPESS (30 giugno 2024 ndr), la dichiarazione della pubblica utilità e quindi siamo a metà di quest’anno. Nel frattempo contiamo di stipulare dei protocolli, con i due comuni e con i rappresentanti dei coldiretti, con i rappresentanti dei proprietari immobiliari per concordare le modalità di calcolo delle indennità, non saranno pochi euro. saranno quelli dovuti in base alla norma nei tempi più rapidi possibili, tenendo conto di tutti i possibili fastidi che il progetto per le sue dimensioni inevitabilmente potrà determinare sul territorio.»

Figura 2 – Intervento di Ciucci a Malalingua lo scorso 16 febbraio

Articolo di ieri de Il sole 24 ore che fa chiarezza su espropri

Il dramma sociale degli espropri

Quanto agli espropri, «ci stiamo muovendo in sintonia con il territorio, il piano verrà pubblicato in settimana, l’avviso pubblico non appena partirà le conferenza dei servizi». La sintonia di cui parla Ciucci è, secondo il costituzionalista Antonio Saitta, esperto di diritto amministrativo, che a Messina tutela gli interessi di alcune decine di cittadini colpiti da esproprio, «un tentativo di dialogo che risponde a una strategia comunicativa più consapevole, perché i provvedimenti riguardano migliaia di persone e rappresentano un vero dramma sociale. Saltano interi quartieri, interi fabbricati, lidi balneari, attività commerciali, di più di quelli previsti nel 2011, alcuni lontani anche 10 km dall’impianto del ponte», dichiara Saitta.

Come funziona l’indennizzo degli espropri

Il decreto di occupazione d’urgenza potrebbe avere effetti disastrosi: «In caso di cessione volontaria, in cui il cittadino accetterà l’offerta per l’esproprio, i tempi dell’indennizzo saranno brevi – avverte Saitta -. Ma chi contesterà, dovrà prevedere di affrontare una lunga causa. Le somme saranno depositate presso la Cassa depositi e prestiti, in attesa che poi la Corte d’Appello definisca il risarcimento». L’avvocato sa già che suoi assistiti impugneranno il decreto di appropriazione davanti dal Tar. E che la sua difesa farà leva sulle procedure, sulla legittimità costituzionale, sulla compatibilità con il diritto europeo del progetto del ponte sullo Stretto. Ma tutti dovranno abbandonare le proprie case.

In pratica l’esproprio per pubblica utilità per legge non prevede che si possa fermare l’opera. Prevede semmai che ci si possa opporre al calcolo dell’indennità d’esproprio, e per questo ci si deve appellare alla corte d’appello, non certamente al TAR motivo per il quale non esiste al mondo che si possa impugnare il progetto o peggio ancora fermare l’inizio dei lavori.

Testo unico sull’esproprio (DPR 327 dell’8 giugno 2001)

Art. 39. Indennità dovuta in caso di incidenza di previsioni urbanistiche su particolari aree comprese in zone edificabili. (L – R)

1. In attesa di una organica risistemazione della materia, nel caso di reiterazione di un vincolo preordinato all’esproprio o di un vincolo sostanzialmente espropriativo è dovuta al proprietario una indennità, commisurata all’entità del danno effettivamente prodotto. (L)

2. Qualora non sia prevista la corresponsione dell’indennità negli atti che determinano gli effetti di cui al comma 1, l’autorità che ha disposto la reiterazione del vincolo è tenuta a liquidare l’indennità, entro il termine di due mesi dalla data in cui abbia ricevuto la documentata domanda di pagamento ed a corrisponderla entro i successivi trenta giorni, decorsi i quali sono dovuti anche gli interessi legali. (R)

3. Con atto di citazione innanzi alla corte d’appello nel cui distretto si trova l’area, il proprietario può impugnare la stima effettuata dall’autorità. L’opposizione va proposta, a pena di decadenza, entro il termine di trenta giorni, decorrente dalla notifica dell’atto di stima. (L)

4. Decorso il termine di due mesi, previsto dal comma 2, il proprietario può chiedere alla corte d’appello di determinare l’indennità.

© Ing. Giuseppe Palamara 2024