Ieri, 18 marzo 2024, si è tenuta a Messina la commissione ponte presieduta dall’ottimo Pippo Trischitta che ha avuto il merito e l’onore di ospitare il capo del progetto del ponte sullo stretto Pietro Ciucci, amministratore delegato di Stretto di Messina. In questo articolo riporteremo la trascrizione dei 23 minuti della sua risposta finale alle domande dei consiglieri comunali e a fondo pagina vi linkeremo il video che abbiamo caricato nel nostro canale YouTube, ma prima premetteteci di fare alcune brevi considerazioni sullo spettacolo indecoroso reso da 42 facinorosi contati e che ha comportato un leggero differimento della seduta perché costoro non hanno voluto accettare il tentativo del presidente Trischitta di farli addivenire a miti consigli, calmarsi (gridavano come degli ossessi) e fermarsi a fare le domande anche loro a Ciucci.

Ieri per cercare di rincuorare Ciucci salutandolo gli ho detto testuale: «Grande Pete! Tranquillo quelli sono 44, in 217.725 (217.769 sono gli abitanti di Messina ndr), noi messinesi il ponte lo vogliamo subito!» Lui con il suo solito sorriso stringendomi la mano mi ha risposto: «Sì, ma molto rumorosi»

Questi facinorosi non hanno il diritto di togliere la speranza del futuro ai miei figli e dunque a quelli di 217.725 concittadini per il loro egoismo, perché hanno (o non hanno, non lo so) una seconda o terza casa abusiva a Torre Faro e/o sanata o con superfetazioni sanate. Io questi li chiamo gli ambientalisti col Rolex che manco capiscono che il bello… il verde è il ponte non il cemento abusivo di Ganzirri. Sono 4 gatti, ma davvero. Ieri si sono dimostrati pure maleducati e incivili. Ma passiamo di seguito alla trascrizione integrale delle risposte di Ciucci, tuttavia prima vi riassumiamo gli argomenti delle sue risposte.

  1. Ruolo della commisione ponte importante come fu nel 2011, ma i cittadini di Messina non sono apatici;
  2. Opere compensative è un termine della legge, non uno sminuire;
  3. Disagi: a Roma nella centralissima piazza Venezia avremo il cantiere della metro per 8/10 anni;
  4. Tempi di consegna dell’opera certi vista la sua importanza nazionale;
  5. Il ponte è già un acceleratore di investimenti per la Sicilia;
  6. Problema del vento chiarimenti importanti dell’ing. Devitofranceschi;
  7. Non 68 critictà, ma 68 opportunità;
  8. Nessun rischio blocco in caso di cambio governo;
  9. Punto di non ritorno già raggiunto e iter futuro prossimo:
  10. Opportunità per i giovani di tornare nella loro terra.

Risposte Ciucci in Commissione Ponte (18 marzo 2024)

Provo a rispondere perché le domande sono state numericamente poche forse, ma con argomenti molto ampi.

Ovviamente non entro, non posso e non devo entrare in considerazioni di carattere politico sollevate dal consigliere Calabrò.

Per quanto ci riguarda sul ruolo della commissione, noi possiamo dare la nostra disponibilità, come l’abbiamo data, oggi ma anche precedentemente a fornire alla commissione tutti quanti i dettagli, tutte le informazioni necessarie perché poi la commissione svolga il ruolo che ritiene proprio svolgere, Quindi c’è adesso una fase di esame del progetto, di quel progetto così come l’abbiamo aggiornato a febbraio, quindi il mese scorso, un mese fa esattamente. C’è una fase di conferenza di servizi, una fase di valutazione di impatto ambientale, quindi non è finita l’opportunità di avanzare suggerimenti, commenti, anche critiche. Le critiche anche quelle più aggressive, più decise, sono da noi benvolute e non è retorica da parte mia. Quello che dicevo stamattina un pochino mi ha sorpreso è il modo di avanzare le critiche, non le critiche di per sé e la personalizzazione esagerata forse di queste critiche.

Certo non io non considero i cittadini di Messina apatici, cioè non mi sembra bella come espressione e io mi sento un po’ messinese, visto che sono ormai qualche decennio che vengo regolarmente in questa città a cui mi legano rapporti di amicizia e di affetto. Quindi che i cittadini messinesi siamo apatici non è una bella considerazione.

Le preoccupazioni poi dell’onorevole Calabrò riguardavano poi il termine opere compensative, quindi mi sembra che la teoria sia, se si parla di opere compensative è perché ci sia un danno. Ma questo fa parte un po’ dello slang della normativa ambientale, opere compensative rispetto agli impatti che un’opera di questo genere può determinare nel sull’ambiente. Allora opere compensative sono anche quelle che vedevamo prima, cioè il considerare è con attenzione le modalità di illuminazione del Ponte, il limitare l’impatto sui cetacei, il realizzare le opere delle aree umide che tiene conto delle esigenze dei flussi migratori, cercare dissuasori per evitare che ci possano essere rischi di impatto tra gli uccelli e questi cavi. E potrei continuare, perché noi ne abbiamo immaginate tante, inserite molte nel progetto, se c’è qualche altra cosa a cui non abbiamo pensato che si ritiene necessario è questo il momento per avanzare queste richieste. Sui termini sui disagi della città, è chiaro che un’opera di questo tipo concentrata in un’area abbastanza limitata tutto sommato, no se consideriamo il valore dell’intervento, 13 miliardi o 12/13… 13 e mezzo, quanti saranno. Poteva essere riferito anche a un investimento molto più. come dire. distribuito sul territorio. Qui abbiamo una notevole concentrazione. Però ovviamente la realizzazione di alcune opere di opere importanti comportano anche dei disagi e un po’ scherzando un po’ parlando seriamente ricordavo che in questo periodo a Roma di cantieri ne abbiamo tantissimi e se siete venuti a Roma, a piazza Venezia, che non è proprio in periferia, c’è un cantiere che rimarrà aperto per 8/10 anni, cioè non per 8/10 mesi: 8/10 anni. Per realizzare un’opera importante di metropolitana al fronte del quale chiaramente ci sono non pochi non pochi disagi per i cittadini. Il nostro impegno evidentemente è quello di prendere tutte le iniziative per contenere questi disagi e tutte le iniziative e tutti i coinvolgimenti per fare in modo che il calendario, il programma dei lavori sia rispettato e che non ci sia un allungamento dei tempi, quindi non vogliamo ripetere brutte esperienze che ci sono state non soltanto in Sicilia, ma pensate anche la stessa alta velocità, pensate al Mose. Per dire opere grandissime, utili, importanti. Anche per un approccio alle volte troppo critico a volte di colori politici diversi, questi tempi di realizzazione si sono allungati a dismisura con disagi e con maggiori costi, perché il tempo ovviamente anche ha anche un costo e poi non bisogna sorprendersi se i dati al consultivo solo magari molto diversi rispetto a quelli a preventivo in queste realizzazioni. Parlavo di una struttura permanente per contenere disagi, noi come ho detto tante volte apriremo presto delle sedie a Messina e a Villa San Giovanni e rispetto, lo dicevo non so quanto sono stato chiaro nl dirlo, ma rispetto al ruolo standard… normale di stazione committente, come Stretto di Messina. Rispetto a questo ruolo noi ci prenderemo… saremo più protagonisti, saremo molto più presenti, saremo nella direzione dei lavori a controllare l’andamento e la realizzazione di quest’opera, quindi ci metteremo la faccia e il lavoro per cercare di rispettare i tempi che abbiamo annunciato.

Per Oteri di Forza Italia… certo parlava di un tema direi che è collegato un po’ a un ruolo che abbiamo spesso attribuito al ponte no, quello di acceleratore stimolatore di infrastrutture e dicevo all’inizio della presentazione che questo ponte è molto di più di un ponte. Non ci possiamo limitare soltanto alla all’attraversamento tra le due sponde, ma dobbiamo vedere l’inserimento nella rete stradale e ferroviaria e quindi nell’ottimizzazione anche di questa di questa rete. D’altronde lo dicevo non io ma un presidente di regione che già era il solo annuncio molto portato ad una accelerazione di investimenti anche in Sicilia nell’ambito ferroviario con numerosi cantieri che son partiti e investimenti per decine di miliardi previsti.

In particolare le A18 e A20 sono, come senz’altro sappiamo tutti due autostrade affidare in gestione al consorzio… al CAS, quindi non è semplicissimo inserirci in questa tematica. Pensavo prima, parlandone anche con l’ingegnere Mele, che una chance, un’opportunità può essere quella dell’accordo di programma noi dovremo stipulare, tra le tante cose che dobbiamo fare, anche un accordo di programma a firma sì dei ministeri ma anche della Regione Sicilia Calabria e con Anas e RFI. E allora in quell’occasione potremmo probabilmente o comunque se spinti non soltanto per autodecisione, ma come dire con suggerimento forte del territorio, di vedere se che cosa si può fare in termini di questi miglioramenti, di questi nuovi svincoli da realizzare. No, qualcosa anche già nel vecchio corso di programma era previsto, vediamo se questa può essere la strada.

Il consigliere Russo. Per quanto riguarda, diceva bene, le problematiche del vento, DeVitofranceschi forse può darci anche qualche risposta poi alla fine sul discorso scendendo un po’ di più sull’aspetto sismico.

Poi parlava delle 68 criticità: mi scusi ma non è termine giusto, il comitato scientifico non ha sollevato criticità, non ha sollevato prescrizione, non ha emesso alcun dubbio sulla realizzazione, realizzabilità del Ponte. Ha espresso un parere favorevole all’unanimità, ha fatto poi come è logico delle osservazioni, delle considerazioni, delle raccomandazioni. Non sono criticità non sono prescrizioni sono attività e larga parte condivise con Stretto di Messina da sempre o con i nostri consulenti i nostri esperti. Attività che faremo senz’altro prima e in coincidenza con la stesura del progetto. Tenendo ben presente che sono attività che continueremo a fare durante tutta la fase di realizzazione, perché gli studi sismici, gli studi le misurazione dei venti, se dovessero esserci in futuro delle modifiche dei fenomeni da prendere in considerazione, se sono tutti affidamenti… l’adozione di tecniche e tecnologie… non so l’intelligenza artificiale, visto che tutti ne parliamo, se ci suggeriranno altri interventi non li faremo perché da un certo punto di vista il ponte ha il difetto di aver necessità di anni per essere realizzato, non è che lo faremo in sei mesi no o in un anno, dall’altra parte questo tempo significa anche con quello che accade nella tecnica, nei materiale in questi periodi significa che in sette otto anni magari potremmo adottare sistemi diversi di controllo del traffico, di monitoraggio delle opere e tutto quello che è possibile migliorare, lo miglioreremo. Quindi non 68 criticità, ma al limite 68 opportunità sarebbe il caso di dire

La società in House. Adesso non vorrei aver fatto io troppa confusione dovendo cercare di sintetizzare le cose no in poco tempo, anche da parte mia. Ma società in House e controllo e struttura azionaria della società stessa, sono due cose che somigliano, ma non sono la stessa cosa. Da una parte abbiamo il controllo azionario la struttura azionaria della società che a valle del decreto legge 35 e dell’aumento di capitale già realizzato vede il MEF al 55%, il gruppo ferrovie un 40%, le due regioni, quindi questa regione Sicilia e la Calabria 2,5% ciascuno. Poi sapete che nella governance la regione ha espresso un suo consigliere la regione Sicilia regione Calabria analogamente hanno espresso un suo consigliere.

I poteri, si dice, della dell’azionista di maggioranza, del MEF, vengono esercitati in sintonia e insieme in maniera congiunta con il MIT, che non ha una partecipazione azionaria a sé stante, ma questo accade in tutte le attività a controllo pubblico, cioè l’azionista formalmente è il MEF esercita i poteri e i diritti in sintonia, insieme col mistero tecnico di riferimento, nel caso specifico è l’infrastruttura. Altra cosa è una società in house. Una società in house è un controllo pubblico ancora più importante, così penetrante, ma questo controllo detto tecnicamente “controllo analogo” spetta al ministero delle infrastrutture ed è stato regolato con decreto che prevede tutta una serie di comunicazioni di autorizzazioni e quant’altro.

Il rischio blocco con il cambiamento di un governo. Io non sono, sapete sono un tecnico, ovviamente ho lavorato con governi diversi sia di sinistra o di destra, detto pere semplicità. Certo sono abbastanza sorpreso, perché continuo ad essere anche ingenuo e l’idea che un progetto che un progetto infrastrutturale importante una volta avviato possa essere fermato a un cambiamento della formazione di governo, perché significa sprecare risorse, significa buttare soldi e poi non ci si può dire sorprendere se il ministro Monti… il presidente Monti decide, che di vista, per bloccare una macchina che era in grande velocità verso l’apertura dei cantieri e poi ci si sorprende se questo determina un costo. Chi sa come funziona le cose sa che i contratti si rispettano e se non si rispettano si pagano per penali, poi si può cercare di contenere le penali nei modi in cui la stessa legge Monti aveva previsto di contenere le penali, non si può escludere che la controparte faccia un contenzioso e ci si difende dal contenzioso come ci si è difesi, e con buoni risultati, come dal contenzioso avviato da Eurolink in passato.

Quindi spesso il mi viene chiesto qual è il punto di non ritorno legato proprio a questo tema. Io nella mia ingenuità dico sempre che se un parlamento, se un governo ha approvato leggi provvedimenti, ha stanziato risorse, ha dichiarato un progetto strategico e prioritario come più di qualsiasi altro progetto prioritario, il momento del non ritorno è già superato. A questo punto, a mio avviso, le domande che mi aspetterei sono: come lo fate? Come lo fate meglio al meglio, no tenendo conto tutte di tutte le osservazioni e suggerimenti e fatelo presto, cioè fatelo rispettate i tempi, le scadenze.

Ma se non vogliamo considerare già superato il punto del non ritorno, al momento in cui ci sarà una delibera del CIPESS che approva ancora una volta il progetto definitivo, approva il piano economico finanziario, dalla dichiarazione pubblica utilità mi sembra che quello indubitabilmente sia un punto del non ritorno. Se poi nonostante questo si dovesse decidere, e ovviamente il Parlamento che sarà è sempre sovrano, in quel momento, deve essere deciso di fermarlo, ovviamente i costi che ne derivano si conteranno a quel momento.

Per quanto riguarda il passaggio, da ultimo, tra la attuale quella che io chiamo una “NewCo”, per dire che è nata a giugno del 2023, non è un termine giuridico il mio, è la vecchia Stretto di Messina che poi è andata nel 2013 in liquidazione e che poi è stata riportata in bonis, come si dice dalla legge recentemente e quindi dando luogo alla NewCo. Il passaggio è un passaggio in continuità, nel senso che abbiamo ereditato dalla vecchia società il progetto. Il bene che conservava la società che ha conservato anche durante la fase di liquidazione è il progetto: il progetto definitivo, per il resto non c’era altro e per quanto riguarda l’aspetto contenzioso, beh c’è il contenzioso del contraente generale, parlo del contenzioso rispetto al vecchio, e del PMC, del Project Manager Consulting per cifre multimilionarie, dove peraltro in primo grado la sentenza è stata favorevole alla società e sappiamo tutti che il riavvio dei contratti di questi soggetti Eurolink e PMC, che attualmente non sono efficaci questi contratti, recuperarono la loro efficacia quando, con l’approvazione del CIPESS e con la condizione di una rinuncia totale, ora e per il futuro ad ogni contenzioso, questo è il passaggio.

Per la considerazione che a volte si un po’ confusa, non da parte sua, sulla Stretto di Messina che fa contenzioso al Ministero. Mah a parte che nel frattempo Stretto di Messina ha rinunciato a questo contenzioso, aveva rinunciato ancora priva di tornare in bonis, è stato fatto da febbraio, marzo Il commissario liquidatore ha fatto la rinuncia formale. Ma quello nasceva da due considerazioni, uno che in ogni caso una società per azioni è un soggetto giuridico diverso rispetto al governo ancorché controllata dal governo, se confondiamo tutto allora veramente ci perdiamo, non si capisce più e quindi se un provvedimento di legge prevede di fermare il progetto e prevede quel provvedimento di legge che spetta ai soggetti coinvolti un indennizzo pari alle somme spese più il 10% visto che Stretto di Messina aveva investito più di 300 milioni per sviluppare quel progetto, il liquidatore, non io ma il liquidatore, era obbligato in qualche maniera obbligata a seguire quella linea e non vale la considerazione pure da qualcuno fatta, vabbè tu chiedi i soldi poi alla fine no, per una società controllata, a chi li dai questi soldi? Beh rimborso, se c’è una liquidità rimborso le azioni. Ma non è che si può fare una confusone tra questi due passaggi, perché ci sono gli azionisti pubblici, ma ci sono i creditori e il mercato e chi gestisce nella società è responsabile verso terzi e verso il mercato, verso i fornitori e così come è responsabile verso gli azionisti, queste due cose non si possono confondere, non è consentito a nessuno.

Il presidente Trischitta ha aggiunto due temi sugli espropri – voglio dire su uno lei già in effetti aveva parlato all’inizio sugli espropri sulla procedura, facciamo quello sull’occupazione lei aveva già esposto – l’occupazione io ho detto che il in termini generali tutti i possibili benefici del progetto devono ricadere sul territorio e quella l’occupazione diretta Che il ponte sia costruito da persone tutte al 100% da operai o tecnici o specialistico tutti non messinesi o non calabresi, non reggini o di Villa San Giovanni. Questo significa perché poi darà anche opportunità, questo io ho sentito tante persone che me ne parlano ogni volta che sono a Messina o Villa San Giovanni o in Calabria, la possibilità a tanti ragazzi a volte no anche più tanto ragazze e hanno lasciato la città in cerca di lavoro di tornare a lavorare quindi un movimento di ritorno, diciamo così, verso queste zone ehm per quanto riguarda l’attività specifica del Ponte noi faremo un’attività accordo con Eurolink un attività di formazione individuando presto tutta una serie di professionalità sulle quali avviare dei progetti di formazione, questo è l’unico modo per favorire una partecipazione importante al livello di occupazione di queste di queste aree. Questo è un impegno che abbiamo preso è che porteremo avanti.

Intervento finale di Pietro Ciucci

© Ing. Giuseppe Palamara 2024