Ieri sera alle 20 il nostro direttore Davide Gambale mi gira un WhatsApp dell’onorevole Nino Germanà: “pubblicato l’aggiornamento del progetto definitivo scaricabile dal sito della Stretto di Messina

Ci mettiamo subito al lavoro dallo smartphone ed utilizzando la funzione “trova” tra le 1615 pagine della relazione veniamo catapultati a pagina 417 ove si parla di belvedere. Vediamo un disegno (quello di destra nel “combine photo” di copertina) e vediamo subito che nel nostro articolo del 25 febbraio s.v. non ci eravamo sbagliati di molto.

Ecco dunque cosa accade nel terzo traverso a 380 m, come avevavo preannunciato accedendo dagli ascensori di servizio delle torri e quindi al traverso con soli 51 scalini, i visitatori potranno trovarsi all’interno del traverso ed attraverso una vetrata alta 5 m vedere un panorama mozzafiato.

Figura 1 – Visitatori all’interno del terzob traverso a 380 m

Ecco comunque nel dettaglio cosa previsto in progetto.

Il progetto architettonico del Belvedere

Come da richiesta di Società Stretto di Messina, espressa in riunione del 27 novembre 2023 di cui il verbale CS_005, il Contraente Generale approfondirà in fase di Progettazione Esecutiva uno studio di fattibilità avente come oggetto l’accesso panoramico al pubblico in entrambe le torri dell’Opera di Attraversamento. Il concept prevederà l’accesso dei visitatori all’interno della struttura, mediante ascensori di servizio riconfigurati allo scopo o tramite ascensori aggiuntivi.

Il punto di accesso panoramico sarà collocato al secondo o al terzo trasverso.

Lo studio di fattibilità non potrà prescindere da parametri quali il comfort dei visitatori (vibrazioni), la sicurezza dell’infrastruttura e del pubblico, valutazioni paesaggistiche nonché da aspetti strutturali e funzionali. In ogni caso rimarranno immutate le condizioni al contorno quali le caratteristiche fondamentali (geometria e materiali) delle gambe delle torri. Valutazioni di tipo economico saranno demandate alla fase Esecutiva.

In base alle considerazioni di cui sopra, si propone in via preliminare la seguente idea progettuale

Il concept

La realizzazione di “monumenti abitabili” di ingegneria, come le torri o le ruote panoramiche, si è ripetuta negli anni recenti in occasione di grandi eventi internazionali, specie in città a forte attrattività turistica, permanendo poi come landmark.

La realizzazione del Ponte sullo Stretto può istituire una nuova condizione urbana, oltre che percettiva e culturale, della quale il ponte rappresenta causa ed effetto.

Per via della sua scala territoriale, un progetto di infrastruttura monumentale, come il Ponte sullo Stretto, è potenzialmente, oltre che un manufatto geografico, un atto di costruzione della storia che custodisce valori sia rappresentativi (“simbolo”) sia identitari (“logo”).

In ossequio al concept già esplicitato nel naming, il progetto “Bel/Vedere” corrisponde a un desiderio estetico (“bel”) mediante un’azione percettiva (“vedere”), che introduce una lettura “romantica” nell’immagine “classica” del manufatto tecnologico

Il progetto

L’esperienza di visita si predispone attraverso tre direttrici e altrettanti spazi (e momenti): esterno all’aperto (avvicinamento), interno al chiuso (salita), traverso (interno aperto).

La scala del manufatto amplifica dinamicamente il coinvolgimento percettivo ed emozionale del visitatore, introducendo a una nuova immagine attraverso l’esperienza di visita.

Già dall’esterno con l’approssimarsi al ponte potrà essere individuata la presenza di elementi di variazione: aperture nel traverso che introducono al viaggio nel corpo dell’infrastruttura.

L’esperienza del visitatore ha inizio dal basamento dei piloni, che acquista un’altra dignità legata alla sua funzionalizzazione, passando da spazio di servizio a luogo vissuto. Una copertura verde integra l’accesso principale al progetto con il parco sottostante e nasconde un volume che funge da ingresso, accoglienza, e da spazio espositivo.

Nell’ottica di generare sorpresa nei visitatori, gli ascensori vengono integrati all’interno della struttura esistente. Il monumento stesso viene vissuto, adattato per diventare landmark. Nessun elemento estraneo di contaminazione viene integrato e il Ponte sullo Stretto riesce a manifestarsi nella sua totale purezza.

Attraverso un viaggio nel cuore tecnologico del ponte, il visitatore riesce a raggiungere un punto alto del landmark che si apre per consentire di osservare ciò che in passato si pensava di non poter raggiungere.

© Ing. Giuseppe Palamara 2024