Vox populi: nel 2011 Monti sospese i lavori del Ponte sullo Stretto di Messina perché glielo impose l’Europa. E allora cosa sarebbe cambiato oggi, perché dopo 12 anni questa volta l’Europa vuole il Ponte?

Risposta semplice, vi sarete accorti tutti che l’Europa, ma più in generale il mondo intero, è oggi molto più di allora sensibile al problema dell’ambiente… dell’inquinamento. Va bene produrre energie alternative meno inquinanti, va bene ridurre i combustibili nelle nostre abitazioni e per i nostri mezzi di trasporto, ma anche e soprattutto il pianeta ci chiede di non inquinare più i mari. E cosa inquina di più i mari che le navi mercantili per il trasporto massivo (80% del commercio mondiale) e quotidiano delle merci dal Sud del mondo e non solo? Le cosiddette navi cargo. Ma vediamolo nel dettaglio e con l’ausilio di alcune tabelle.

Una nave cargo

Il primo dato che vogliamo ricavare è il calcolo delle emissioni di anidride carbonica CO2 che produce una nave cargo. Il dato non è facilissimo da ottenere perché è un dato dipendente da più fattori: certamente la stazza e la capacità della nave, tipo di carburante utilizzato (solitamente un olio combustibile chiamato bunker oil, un idrocarburo ben lontano dalla raffinazione di benzina e gasolio), ma anche il numero di miglia nautiche percorse, il numero di fermate nei vari porti e ancora efficienza del motore, la velocità di navigazione e le condizioni meteorologiche. Tuttavia abbiamo trovato degli studi che ci hanno permesso di ottenere questo dato per una nave di stazza media capace di trasportare 10.000 TEU, ove il TEU (twenty-foot equivalent unit = unità equivalente a 20 piedi) è l’unità di misura di un container per il trasporto marittimo, le cui dimensioni sono 6,1 m × 2,4 m × 2,6 m e che serve anche a determinare la capienza dei vari porti commerciali nel mondo. Bene abbiamo scelto di ricavare questo dato appunto per unità giornaliera di consumo di CO2 (tons of CO2 per day in inglese).

Europoort, il porto commerciale di Rotterdam (NL)

Le navi cargo inquinano come 50 milioni di auto

Il tema è stato anche affrontato da Tv5 in Francia nel documentario Cargo, il volto nascosto del trasporto: se si confrontano le emissioni di una grande nave da carico con un’auto, in termini di zolfo e ossido di azoto, il danno procurato dalla prima è pari a 50 milioni di veicoli. Insomma contingentare il traffico delle auto nelle città è come utilizzare un cerotto per sanare un taglio di 20 cm.

Calcolo dell’anidride carbonica sottratta all’ambiente da una sola nave cargo nella rotta Augusta-Rotterdam

Come noto uno degli obiettivi del Messina Bridge, a questo punto diremmo il principale, è quello di imbarcare le merci provenienti dal Sud del mondo, Asia e Africa, al nuovo ed ampliato porto commerciale di Augusta, al punto che diventerà il nuovo getaway del Mediterraneo. Le merci così eviteranno di viaggiare su navi mercantili per 2.509 miglia nautiche (vedi foto di copertina) ed ogni singola nave che non dovrà bypassare le colonne d’Ercole (stretto di Gibilterra), per raggiungere i porti commerciali del nord Europa, sì Amburgo, sì Anversa, ma principalmente Europoort, il porto commerciale di Rotterdam nei Paesi Bassi, il più grande d’Europa. Per questo il Messina Bridge è parte integrante del corridoio europeo ScanMed (corridoio scandinavo-mediterraneo, già Helskinki-Berlino, già Helsinki-La Valletta) al centro della rete TEN-T (Trans-European Transport Network).

Da questa ricerca Seabound (dato confermato anche da questa ricerca per la Copenhagen Business School), una nave cargo di medie dimensioni è capace di produrre 600 t di CO2, stante che per coprire la rotta tra il porto di Augusta e quello di Rotterdam, come detto 2.509 Mn occorrono dunque

480 Mn/day = 5,227 giorni

È presto detto per coprire la distanza si brucerebbero per la tratta Augusta-Rotterdam:

5,227 giorni × 600 tons of CO2 = 3.136,25 tons of CO2 (tonnellate di CO2 per la tratta)

Immaginate dunque quale sarebbe il vantaggio per il pianeta di eliminare il transito nei mari anche di una sola queste navi al giorno.

Per approfondimenti vi rimandiamo a questo interessantissimo articolo Il ponte sullo stretto può cambiare la navigazione ed il trasporto delle merci, riducendo le emissioni climalteranti su scala globale dell’ing. Roberto Di Maria, esperto di trasporti, che riporta al suo interno anche i dati dell’ormai celebre studio sulla riduzione di emissioni di CO2 con il Ponte sullo Stretto fatto dall’ing. Giovanni Mollica fondatore di Rete Civica per le infrastrutture.

© Ing. Giuseppe Palamara 2024