Il geom. Giuseppe Ricciardello, classe 1947, ha iniziato, 55 anni fa un cammino imprenditoriale, che ha portato oggi la “Ricciardello Costruzioni Spa”, sotto la guida della figlia Rosaria Irene, ad essere tra le più importanti realtà italiane del settore.
Le tecniche costruttive adottate hanno sempre seguito lo sviluppo delle conoscenze nel campo strutturale, adattando di volta in volta la produzione agli standard qualitativi richiesti dalle varie committenze pubbliche.
Da decenni impegnato nell’associazionismo imprenditoriale, Ricciardello, dal 2016, riveste la carica di presidente dell’Ance Messina, con importanti ruoli e riconoscimenti in ambito regionale e nazionale legati alla sua costante attività e agli interventi a sostegno degli interessi di categoria.
In questa veste, il presidente dei costruttori messinesi continua a sostenere con forza l’ipotesi della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, nella convinzione che solo questa opera possa consentire a tutto il Paese, non solo all’Area dello Stretto, o alle due regioni coinvolte, o al Mezzogiorno, un passo avanti deciso nella competizione mondiale.
Solo il Ponte sullo Stretto renderebbe l’Italia un Paese moderno. Perché costruire un ponte tra le sponde della Sicilia e della Calabria sarebbe così importante per tutta Italia?
“Innanzitutto confermerebbe il ruolo del nostro Paese tra le grandi potenze economiche mondiali, restituendo una funzione di propulsione nello sviluppo tecnologico globale patrimonio italiano per storia, cultura e capacità di adattamento tipica del nostro popolo. Senza scomodare i grandi geni del Rinascimento o le decine di scienziati e tecnici capaci di realizzazioni infrastrutturali o invenzioni essenziali per tutta l’umanità, l’Italia, con il Ponte sullo Stretto di Messina, sarebbe un punto di riferimento per il mondo delle costruzioni, perché si tratterebbe del ponte sospeso più lungo e ardito mai realizzato dall’uomo. Questa premessa non fa passare in secondo piano l’importanza storica della realizzazione dell’attraversamento stabile per tutti i territori direttamente coinvolti, costretti a convivere con infrastrutture stradali, ferroviarie e civili decisamente non conformi agli standard più moderni, impedendo qualsiasi strategia di sviluppo economico legata al trasporto di merci, uomini e perfino conoscenze. Il Ponte, quindi, sarebbe un laboratorio per i massimi esperti delle tecniche costruttive più innovative, non solo per i 3,666 km di impalcato previsti per la campata unica di 3.300 metri, ma anche per tutte quelle opere di collegamento stabile viario e ferroviario sulle due sponde, che qualificherebbero gli ambiti urbani di Messina e Villa S.Giovanni in modo decisamente moderno, essendo previsto, nel cosiddetto “Progetto Ponte”, che oltre la metà dei costi sarebbero destinati alla realizzazione della Metropolitana, allo spostamento della Stazione Ferroviaria di Messina, alla riqualificazione dei due waterfront di Messina e Villa S.Giovanni, e alle opere di mitigazione ambientale. Viadotti, gallerie, strade, linee ferroviarie, ma anche possibilità di realizzare un sistema di trasporti maggiormente rispettoso dell’ambiente, grazie alle novità offerte dalla tecnologia più avanzata applicata alle costruzioni.”
Siete quindi fiduciosi sulla possibilità di rendere reale questo progetto?
“Dopo anni in cui i Governi hanno rimesso in discussione l’opera – risponde Ricciardello – l’avvento di un esecutivo politico guidato dal presidente Giorgia Meloni e il grande impulso dato al Ponte dal ministro Salvini, può rendere possibile realizzare questa meraviglia. Fondamentale è stato anche l’apporto di tanti parlamentari del nostro territorio, che, finalmente, hanno operato al di là di schieramenti politici o interessi di parte, per avviare l’iter di realizzazione. Non sarà più una chimera, o l’utopia tirata fuori dalle più diverse parti politiche o dai partiti avvicendatisi nei decenni di vita democratica del nostro Paese solo per annunci a fini elettoralistici o per ricompattare un presunto fronte ambientalista con il quale bisognerebbe confrontarsi sui contenuti delle carte progettuali e delle soluzioni tecnologiche esistenti ed applicabili per contemperare sostenibilità tecnica, economica ed ambientale, senza cedere alla logica del “no a tutti i costi”. È stato davvero delittuoso, da un punto di vista politico, non inserire il Ponte nelle opere da finanziare all’interno del PNRR, in quanto le risorse disponibili, la possibilità di accompagnare i fondi alle adeguate riforme delle procedure di progettazione, esecuzione e gestione dell’attraversamento stabile avrebbero costituito il sistema perfetto per dare concretezza a questa infrastruttura essenziale per lo sviluppo di tutto il nostro Paese e non solo dell’Area dello Stretto o del Meridione. Le recenti disposizioni di legge, però, hanno rimesso in moto il processo che – sottolinea Ricciardello – sono convinto possa diventare irreversibile, portando all’apertura dei cantieri in tempi brevi.”
Come possono essere coinvolti i costruttori e il sistema produttivo messinese in un’opera tanto complessa?
“Crediamo che il settore edile messinese possa recitare un ruolo importante, dialogando con il general contractor non secondo logiche da subappaltatore o cottimista – afferma il presidente di Ance Messina – ma mettendo sul tavolo la qualità delle nostre imprese e le storie fatte di opere realizzate in tutto il mondo nel corso dei decenni. Non dobbiamo andare dal Governo o dai colossi cui è stata affidato il Ponte con il cappello in mano, perché ci sono lavori, non solo nelle opere compensative, in cui imprese messinesi potranno lavorare, ma dobbiamo farci trovare pronti. In questo senso – precisa Ricciardello – stiamo già predisponendo un programma articolato di specializzazione rivolto ad imprese, tecnici e maestranze, che coinvolga i nostri enti paritetici di formazione e sicurezza, insieme all’Università ed alle altre istituzioni.”
Ritiene, quindi, che sia finalmente giunto il momento di vedere realizzato il Ponte sullo Stretto?
“L’Ance Messina, nel corso degli ultimi anni – ribadisce Ricciardello – ha sostenuto con forza, attraverso appelli, iniziative, interventi all’interno del nostro sistema associativo e presso l’opinione pubblica la realizzazione del Ponte sullo Stretto coinvolgendo tutte le forze imprenditoriali, sindacali e politiche interessate davvero alla realizzazione di questa opera epocale. Adesso, non ci sono più scuse, occorre mettere su terra le risorse disponibili. Serve applicare concretamente l’integrità fisica di Sicilia e Calabria, proiettando tutta l’Italia nel futuro, un obiettivo cui si arriverebbe solo con il ponte. Questa è una battaglia alla quale i costruttori edili italiani dovranno partecipare dando il massimo appoggio possibile e sono sicuro che la combatteremo insieme.”