di Peppe Palamara

Composta, civile e ben organizzata la manifestazione no ponte di ieri a Capo Peloro, sono stati visti addirittura due pulmann parcheggiati che avevano portato gente o dalla provincia o dalla dirimpettaia Calabria. Partecipata ma non tanto quanto quella del 23 gennaio 2006, allorquando a guidarla era stato l’ex sindaco Francantonio Genovese.

Anche a questa manifestazione si è visto un ex sindaco, Renato Accorinti (foto 1), storico nemico del ponte ma questa volta relegato anonimamente nelle retrovie. Presente anche l’ex candidato sindaco avv. Antonio Saitta (foto 2), persona stimabilissima e rispettabilissima, ma da sempre contrario al ponte e quel che più sorprende l’ing. Beppe Galatà, già consulente della Caronte & Tourist (foto 3), che non avrebbe dovuto trovarsi lì dato che recentemente i Franza si sono detti favorevoli al ponte (sic!).

Foto 1 – L’ex sindaco Renato Accorinti
Foto 2 – L’avv. Antonio Saitta sfila con i rappresentanti del PD locale
Foto 3 – L’ing. Beppe Galatà, già consulente della Caronte & Tourist

Il leader nei no ponte Gino Sturniolo, persona squisitissima che abbiamo avuto modo di conoscere in occasione della trasmissione RTP Scirocco alla quale avevamo partecipato un paio di mesi fa, persona dalla straordinaria cultura cinefila e tennistica, solito esprimersi in un dotto italiano anche ricco di citazioni, non sappiamo quanto abbia fatto suoi gli slogan, alcuni dei quali beceri che non ripetiamo per decenza, altri insulsi tipo: «Forza faroti tutti fuori! Prima che il ponte ci divori!»

C’è da dire che i no ponte, poco conoscono il progetto definitivo approvato il 29 luglio 2011. Hanno manifestato a Capo Peloro, che loro chiamano riserva ma di riserva ha poco stante la cementificazione selvaggia degli ultimi 60 anni, ma il ponte non toccherà Capo Peloro, come bene ha detto in un suo popolarissimo post Facebook l’arch. Pino Falzea il presidente dell’ordine degli architetti di Messina, nonché membro autorevole del comitato tecnico editoriale di questo giornale da me coordinato e di cui mi pregio di essere il direttore editoriale.

Tra l’altro da qualche tempo sono entrati in possesso di una tavola integrativa sugli espropri redatta da Eurolink (la tavola VIAG012S_F1), la quale descrive in 183 schede tecniche di 4 pagine caduna i 183 fabbricati che dovrebbero essere demoliti a Messina ed hanno voluto simbolicamente aprire il loro corteo di fronte al ristorante Anselmo che, secondo la tavola del 2012 non ufficiale, dovrebbe essere demolito. Tuttavia nel progetto definitivo del 2011 (tavola SE0012) così non è, ed attualmente questa è l’unica ufficiale/approvata/attendibile. In ogni caso, giova ricordare, nessuna delle due è comunque definitiva poiché la situazione reale del piano di espropri si avrà solo con il progetto esecutivo che sarà consegnato ed approvato entro la fine del 2023.

Foto 3 – I manifestanti, contati in 1.559, hanno aperto il loro corteo di fronte al ristorante Anselmo.

Devo fare questa riflessione. L’ignoranza e l’egoismo di certa gente non ha eguali. Probabilmente 183 case, incluso forse qualche locale commerciale verranno demoliti, ma si farà per il bene di 60 milioni di persone, tanto più, mi riferisco all’ignoranza, che l’esproprio per pubblica utilità esiste dalla notte dei tempi e in tutto il mondo è stato sempre applicato senza nessun’obiezione, realizzando non soltanto ponti ma grandi opere.

Aggiungiamo che queste 183 particelle appartengono circa a un centinaio di persone molto ricche, che probabilmente hanno acquistato a poco e ora venderanno a molto, ma soprattutto sono perlopiù delle catapecchie o poco più, certamente non adeguate alla normativa europea in fatto di risparmio energetico, cosa che dovranno fare spendendo fino a 100.000 € ad abitazione entro il 2030.

Quindi per loro è anche una convenienza potersene sbarazzare a prezzi maggiorati e aggiungiamo che alcune di queste case presentano delle strutture annesse fatiscenti ed abusive, in alcuni casi probabilmente sanate, che oltre ad imbruttire ulteriormente, dimostrano che si è fatto un po’ quello che si è voluto in passato.

Che i no ponte siano alla frutta lo dimostra l’addetto al megafono che al minuto 1:08 sconfina nel penale urlando, applaudito: «Un grosso vaffanculo a Nino Germanà che è il capo [non si capisce] che vuole questa opera di merda!»

Il corteo del 17 giugno. Al minuto 1:08 si insulta ignobilmente il senatore Nino Germanà reo solamente di battersi per la sua città.

Per quanto mi riguarda concludo con un auspicio, cari amici no ponte e proprietari delle villette al Margi che difendete il vostro orticello, mettetevi l’anima in pace dopo 53 anni, la legge che disciplina il collegamento stabile viario e ferroviario fra la Sicilia e il Continente, la 1158 è del 1971, il ponte si farà!

© Ing. Giuseppe Palamara 2023