“Sono totalmente infondate le preoccupazioni dell’Anac a proposito del Ponte sullo Stretto, come lo erano quelle sul Nuovo Codice degli Appalti”. Così in una nota il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, replicando alle critiche di Anac sul decreto Ponte. Al riguardo, l’Autorità nazionale anticorruzione aveva dichiarato che “nel dl sul Ponte sullo Stretto di Messina, c’è una grossa pecca, uno “squilibrio” nel rapporto tra la parte pubblica e quella privata, che si traduce in un danno per la prima”.
“Non solo perché verrà nominato un responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza, – prosegue il Ministero – ma anche perché le garanzie a tutela della legalità e del corretto utilizzo dei fondi pubblici sono salvaguardate dalle norme generali del nostro ordinamento nonché dal Codice degli Appalti. Codice degli Appalti che prevede precise responsabilità e sanzioni. In particolare, si rammenta che, come prima di ogni cantiere rilevante, in accordo col Viminale sarà sottoscritto il Protocollo Legalità che garantisce procedure di controllo ancora più efficaci.
“Infine, è doveroso ricordare che il Governo ha ripristinato un contratto frutto di una gara, gli oneri nei confronti del contraente generale sono già previsti dai vincoli derivanti dalla normativa euro-unitaria sui contratti pubblici e che gli innalzamenti delle soglie per gli affidamenti diretti sono già in vigore da alcuni anni”.