Dopo decenni di chiacchiere e qualche passo in avanti rispetto all’idea, adesso lo Stato italiano ha una legge sul “Ponte di Messina”. Ieri s’è scritta una pagina di storia, i cui restanti capitoli sono da scrivere nei prossimi anni, fino a quando il Ponte non unirà la Sicilia e la Calabria.

Hanno ragione Matteo Salvini e Nino Germanà quando affermano che il 24 maggio è un giorno storico. L’Italia s’è desta. Non è più il Ponte di Messina, ma degli italiani e se vogliamo dell’Europa.

Il plastico del Ponte sullo Stretto di Messina

Non c’è più da essere favorevoli o contrari, il Ponte si fa. Punto. E il punto della nuova ripartenza è rappresentato da una legge dello Stato che ieri ha avuto l’okay da una schiacciante maggioranza in Senato. Non c’era alcun dubbio sull’approvazione, ma il cambio di rotta di alcuni senatori è stato un segnale importante.

I lamenti di qualche parlamentare fanno parte del gioco, ma a questo punto è improbabile che l’idea del Ponte non possa tradursi in qualcosa di concreto.

L’iter riprende da un punto in cui non era mai arrivato, dall’approvazione di una legge dello Stato che significa in parole povere “realizzazione della mega infrastruttura”.

Tornando alla Storia, possiamo dire che il 24 maggio 2024 segna la data d’inizio del nuovo Risorgimento italiano. Il Ponte unisce fisicamente la Sicilia all’Italia e rappresenta un’opera strategica per l’intera Europa. L’occasione del riscatto del Sud è rappresentata da un’infrastruttura che non ha eguali al mondo.

Il progetto esecutivo sarà pronto entro la fine dell’anno, entro l’inizio della prossima estate partiranno i lavori.

Davide Gambale